COME FUNZIONA L’OZONO
L’ozono è la forma triatomica dell’ossigeno gassoso e come tale è instabile poiché uno dei tre atomi tende a separarsi e a reagire con altre strutture molecolari. È proprio da questa instabilità che derivano le sue proprietà biochimiche. Lo stress ossidativo causato dalle interazioni dell’ozono con i composti biologici a livello intra ed extra-cellulare induce la produzione a cascata di quella serie di enzimi citoprotettivi che hanno la funzione di eliminare i radicali liberi.
La serie degli eventi biochimici scatenati a livello dei tessuti dalla somministrazione di ozono è molto articolata ed è strettamente dipendente dalla concentrazione e dalla modalità di somministrazione utilizzata: nell’impiego terapeutico la finalità è quella di generare uno stress ossidativo moderato, controllato e transitorio, atto a stimolare le risposte fisiologiche difensive. L’ozono inoltre determina localmente una modulazione della trasmissione algogena, da un lato riducendo la produzione di mediatori dell’infiammazione e dall’altro agendo direttamente sui sistemi di controllo endogeno del dolore.
Gli effetti generali dell’interazione dell’ozono con i composti biologici includono poi l’attivazione dei processi metabolici cellulari a favore della produzione di energia, la stimolazione dei flussi transmembrana di ossigeno, la regolazione delle caratteristiche reologiche dei globuli rossi con miglioramento della perfusione a livello del microcircolo, la modulazione delle risposte immunitarie, le azioni battericida, fungicida e virostatica.
LE VIE DI SOMMINISTRAZIONE
Le modalità di somministrazione attualmente autorizzate dal ministero della Salute sono sei.
– Grande autoemoinfusione: consiste nel prelievo e reinfusione diretta in circuito chiuso di 100-200 mL di sangue del paziente dopo arricchimento con una miscela di O2O3 a concentrazione variabile a seconda degli obiettivi del trattamento (10-80 μg/mL di gas per mL di sangue)
– Piccola autoemoinfusione: consiste nel prelievo di pochi mL di sangue del paziente che dopo arricchimento con la miscela di O2O3 vengono iniettati per via intramuscolare profonda anziché per via endovenosa.
– Iniezione sottocutanea, intramuscolare e intrarticolare: consiste nell’inoculazione diretta nei tessuti interessati di una miscela di O2O3 a concentrazione variabile in base alla localizzazione e agli obiettivi terapeutici.
– Insufflazione per via rettale, vaginale, uretrale: consiste nell’introduzione di una miscela di O2O3 attraverso le vie suddette tramite catetere.
– Via topica: consiste nell’esposizione alla miscela di O2O3 di un’area cutanea delimitata e isolata all’interno di un involucro di plastica.
– Terapia idropinica: consiste nell’assunzione per via orale di acqua ozonizzata.
Assolutamente controindicate sono, invece, la somministrazione diretta nel circolo sanguigno, per via endovenosa o endoarteriosa, e la somministrazione per via inalatoria
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L’artrosi è una malattia multifattoriale, sono diversi i fattori di rischio che concorrono al suo sviluppo e uno dei più importanti e l’obesità. Il legame tra obesità ed artrosi è stato ampiamente documentato in particolare per quanto riguarda l’artrosi del ginocchio e dell’anca. I soggetti obesi presentano un rischio doppio di sviluppare gonartrosi rispetto ai soggetti normopeso. La buona notizia è che l’obesità rappresenta però il principale tra i fattori di rischio “modificabili”, cioè sui quali si può intervenire al fine di prevenire e/o limitare la progressione di una malattia. La perdita di peso permette infatti di ridurre i sintomi dell’artrosi, e in particolare di migliorare la funzionalità articolare.
Ma come può l’obesità innescare l’artrosi?
I principali meccanismi sono due: biomeccanico ed infiammatorio. Spesso entrambi intervengono contemporaneamente.
Il primo riguarda l’aumento del carico sulle articolazioni, favorendo così il cosiddetto “stress” della cartilagine. In condizioni fisiologiche, il carico a cui sono sottoposte le articolazioni non ha effetti dannosi sulla cartilagine o sugli altri tessuti articolari; svariati tipi di esercizi fisici sono infatti efficaci e privi di rischio anche per i soggetti affetti artrosi. Nei soggetti obesi invece l’aumento del carico è responsabile, da un lato di alterazioni della postura, e, dall’altro, di un aumentato stress articolare secondario all’elevato peso del corpo. Studi clinici e animali hanno fornito chiara evidenza che un carico “anormale” può portare ad alterazioni della composizione, struttura, metabolismo e proprietà meccaniche non solo della cartilagine ma anche degli altri tessuti che concorrono a costituire le strutture articolari. In particolare, è stato osservato che questi cambiamenti corrispondono alle modificazioni che caratterizzano l’artrosi negli stadi iniziali, suggerendo che lo stress “iperfisiologico” può essere coinvolto nell’eziopatogenesi di questa malattia.
Il secondo meccanismo riguarda invece la presenza di un moderato stato infiammatorio sistemico presente nei soggetti obesi. La sua interazione con i fattori biomeccanici promuove la progressiva degradazione della cartilagine, ma il dato da sottolineare è che tale degenerazione coinvolge tutte le articolazioni, anche quelle non sottoposte al carico, come ad esempio le mani. Il tessuto adiposo è infatti in grado di produrre una serie di sostanze infiammatorie tra le quali: le citochine (IL-1, IL-6, TNF), la leptinaleptina e l’adiponectina con forti effetti sui processi biologici della cartilagine. Negli obesi, una restrizione calorica che porti ad una diminuzione di peso di 3 kg causa una marcata riduzione dell’IL-6, ritenuta la citochina principale che lega l’infiammazione e l’obesità. La riduzione del BMI ed in particolare della massa grassa riduce il rilascio di molecole infiammatorie prevenendo il rischio di artrosi. Una riduzione di peso di 5 kg diminuisce il rischio di artrosi di circa il 50% e più in generale la perdita di peso porta ad un miglioramento della sintomatologia dolorosa e della funzione delle articolazioni (anche in soggetti con artrosi), specialmente se combinato con l’esercizio fisico adeguato (nuoto, cyclette, cammino).
In Italia la prevalenza dell’obesità, così come quella dell’artrosi, è in aumento. Questo ha comportato inevitabilmente l’aumento della prevalenza di altre patologie correlate (diabete, aterosclerosi, dislipidemie, etc) mettendo in evidenza il ruolo dell’educazione alimentare e dell’esercizio fisico quali componenti di un sano e corretto stile di vita, atto a mantenere uno stato di buona salute.
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Dr. Alberto Astone
Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie muscolo-scheletriche
MANGIARE SECONDO NATURA – APPROCCIO AD UNO STILE DI VITA SANO
Mangiare secondo natura significa mangiare cibi naturali, EVITARE alimenti manipolati, creati ed adattati dall'uomo con l'uso di tecnologie e quindi NON adatti alla nostra specie, se non per fini puramente commerciali. Secondo natura significa mangiare fino a sazietà i cibi consentiti e gestirne altri che pur essendo consentiti, per la sedentarietà dei nostri tempi, potrebbero risultare troppo carichi di glucidi ossia zuccheri (sia semplici che complessi) come ad esempio la frutta, gli amidi ed altri. Il nostro organismo è in grado di tollerare senza problemi dai 30 ai 50 gr di glucidi per pasto.
ALIMENTAZIONE
CIBI CONSENTITI: (da poter mangiare fino a sazietà, a patto che vengano cucinati con estrema semplicità): carne (tranne suina), pesce, uova, verdure, tisane, spezie
CIBI CONSENTITI CON MODERAZIONE (con alcune restrizioni temporali e quantitative):
FRUTTA FRESCA max 200-300 gr/die lontano dai pasti e mai dopo le 18:00 (se non nel post allenamento) FRUTTA OLEOSA (mandorle, noci, noci di macadamia) max 30 gr/die (no arachidi)
CIBI DA EVITARE: cereali (pane, pasta, pizza), patate, zucchero, alimenti contenenti glutine, legumi, latte e derivati, insaccati, bevande ed alimenti precotti od artificiali e cibi contenenti solanina (patate, melanzane, peperoni, pomodori)
PREFERIRE SEMPRE:
- cibi freschi, di stagione, biologici e a km zero se possibile, evitare scatolami e surgelati
- verdure crude a quelle cotte
- effettuare cotture semplici alla griglia, al vapore, in padella antiaderente con l'aggiunta di olio di oliva a crudo
ATTIVITA' FISICA
L'attività fisica è importante ai fini del benessere globale della persona, ma per quanto riguarda il calo ponderale NON è così determinante quanto lo stile di vita e l'alimentazione
CONSIGLIO: ? esercizi contro resistenza (pesi) per aumentare la massa magra e velocizzare il metabolismo ? aerobica con moderazione (non più di 30 minuti per sessione)
RIPOSO
Cercare di dormire almeno 6-8 ore continuative per notte. Il riposo è restauratore per la mente e per il corpo, essenziale per raggiungere qualsiasi tipo di traguardo.
Per ulteriori chiarimenti resto a disposizione
Distinti saluti Dr. Alberto Astone
In questi giorni ho preparato per Voi un piccolo “opuscolo informativo” per non farsi trovare impreparati e per affrontare al meglio questo coronavirus. Troverete questi consigli utili anche per altre patologie. Credo di fare cosa gradita.
Ecco a voi il link per accedere --> Consigli utili Dr. Alberto Astone
Potete farne ciò che volete: condividerlo, stamparlo ma soprattutto Vi invito a leggerlo, sono poche pagine.
Vi abbraccio, con la speranza di vederci presto in giro per le strade di questo splendido Paese, l’Italia.
Per qualsiasi cosa, resto a Vostra disposizione
Saluti
Dr. Alberto Astone